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Il conflitto Russia – Ucraina e l’emergenza energetica

Il conflitto Russia – Ucraina e l’emergenza energetica

Il conflitto Russia - Ucraina e l'emergenza energetica

IL CONFLITTO TRA RUSSIA E UCRAINA

L’obiettivo principale sarebbe quello di rinunciare gradualmente al gas proveniente dalla Russia riducendo al massimo le possibili restrizioni a privati e aziende.

L’eccessiva dipendenza dell’Europa da un unico fornitore è la conseguenza dell’emergenza energetica. La sfida che si pone di fronte alla Commissione europea è quella di sostituire i 155 miliardi di metri cubi di gas naturale che, solo nel 2021, l’Europa ha importato dalla Russia.

Ciò che teme maggiormente l’Europa è la chiusura delle forniture di gas da parte della Russia che, a seguito delle sanzioni europee, rischia di essere improvvisa, come già successo nei confronti di Bulgaria e Polonia. Per questo motivo ogni paese sta cercando soluzioni per non dover più dipendere dagli stati sovietici senza l’obbligo di imporre dei limiti di consumo ai cittadini.

IL PIANO DEL GOVERNO ITALIANO

In Italia il Governo sta valutando di aumentare l’utilizzo delle centrali a carbone e l’estrazione dai giacimenti di gas già esistenti sul territorio nazionale. Un’altra importante valutazione riguarda la semplificazione delle autorizzazioni per le energie rinnovabili.

Il bisogno di ottimizzare le risorse nazionali, riaprendo ad esempio delle centrali a carbone al momento non attive e incrementando le produzioni in quelle attive, potrebbe far slittare il progetto di decarbonizzazione previsto per il 2025.

I giacimenti di estrazione del gas attualmente presenti sul territorio potrebbero essere sfruttati fino ad una fornitura di circa 50 miliardi di metri cubi di gas totali, tra Mare Adriatico e Sicilia.

Purtroppo non saranno da escludere le conseguenze, soprattutto se lo stop alla dipendenza energetica russa sarà immediato. Si stimano carenze delle importazioni complessive tra il 18% e il 15% tra il 2022 e il 2023, che nel peggiore degli scenari porterebbe al razionamento del gas a famiglie e imprese con il conseguente aumento dei prezzi, peggioramento delle attività economiche e crescita dell’inflazione.

Il Governo sta già lavorando per ridurre al massimo i razionamenti e gli aumenti di prezzi, ampliando ad esempio il volume di gas importato dall’Algeria attraverso i gasdotti, stringendo accordi con Algeria, Congo, Angola e Qatar sull’importazione di gas liquefatto via nave e promuovendo più solidarietà tra i paesi dell’Unione Europea.

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